22/04/15 15:20 notiziarioitaliano.it
Efraim Zuroff: "Caso Gröning, mai più clemenza con i carnefici"

LÜNEBURG - "Quello contro Oskar Gröning è il primo processo, almeno da decenni, contro un criminale nazista che non abbia mai impugnato un'arma per eseguire la Shoah bensì vi abbia partecipato in altro modo. Per questo è importantissimo, pensando ai principi del Diritto".

Ecco il giudizio di Efraim Zuroff, direttore del Centro Wiesenthal per la caccia ai responsabili dell'Olocausto e ai criminali del Reich ancora superstiti, erede del leggendario cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal. Cosa pensa del processo iniziato in Germania? "È un processo unico e importantissimo. Perché l'inchiesta e i capi d'accusa estendono in modo significativo il concetto di complicità con l'Olocausto. Gröning non ha mai ucciso né torturato, eppure come egli stesso ora ammette è moralmente colpevole. Perché è stato una parte, sebbene una piccola ruota, nella macchina del genocidio". Alcuni, come Serge Klarsfeld, esprimono dubbi su questo ampliamento del concetto di complicità. Che ne dice? "No, secondo me è giusto. Non solo perché a suo modo lo dice l'imputato stesso, e il suo stesso atteggiamento pubblico e interiore di reo confesso è una novità. Bensì anche e soprattutto perché Groening, amministrando e trasmettendo a Berlino ogni banconota confiscata alle vittime della Shoah, è stato una parte piccola ma al tempo stesso importante del finanziamento dell'industria nazista del genocidio del popolo ebraico. Non dimentichiamo che l'Olocausto ebbe anche una sua dimensione economica, spaventosamente efficiente e spietata: appunto i soldi confiscati agli ebrei, i loro denti d'oro, la confisca di ogni bene. Tutto finanziò la guerra di Hitler e la Shoah". Cosa si aspetta dal tribunale di Lüneburg? "Sono ottimista, vedo buone possibilità che Gröning sia condannato. Del resto non ha chiesto clemenza. Non è questione di castigo bensì di scelta-simbolo in nome della Memoria". "Ma per decenni la Germania non ha toccato Gröning, non è una colpa? "I decenni postbellici di clemenza e di occhi chiusi coi criminali in casa sono uno scandalo: poche decine di processi per i 6000 carnefici di Auschwitz sopravvissuti. Ma negli ultimi anni la Germania è cambiata: ha una nuova, forte coscienza e volontà collettiva giovanile di Memoria, e la vecchia generazione di giudici presunti nostalgici non è più al lavoro".

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