17/06/2015 lastampa.it
I «figli del nazismo» e quei pregiudizi che restano
Maurizio Molinari

Sono passati 70 anni, ma l’intolleranza c’è ancora: il 21% dei i tedeschi nati tra il 1933 e il 1945 è favorevole a negare agli ebrei i pari diritti. I risultati di uno studio universitario.

Il nazismo è crollato 70 anni fa ma il seme dell’odio che ha gettato nella società tedesca continua a generare intolleranza. Ad attestarlo è uno studio, condotto dai ricercatori delle Università di Zurigo e California, sui tedeschi nati fra il 1933 ed il 1945, con particolare attenzione alle loro opinioni sugli ebrei.  

 

Si tratta di bambini che, in tenera età, vennero a contatto con la propaganda nazista, quasi sempre attraverso le opinioni espresse da genitori, parenti e amici in un periodo che va dalla salita al potere agli immediatamente dopo la sconfitta del Terzo Reich.  

 

Il sondaggio si è svolto fra il 1996 ed il 2006 portando ad accertare che «la propaganda nazista è stata molto efficace nel radicare l’antisemitismo, soprattutto in coloro che avevano già dei pregiudizi». «Ciò che sorprende è come tali pregiudizi siano ancora presenti in chi fu esposto alla propaganda nazista, sebbene sia passato lungo tempo», afferma Hans-Joachim Voth, il co-autore svizzero del rapporto. 

 

Dalle risposte ottenute si ricava che il 17 per cento degli intervistati addebita agli ebrei «la responsabilità di quanto gli è avvenuto», il 25 per cento «è a disagio con l’ipotesi che un parente possa sposare un ebreo» e il 21 per cento «è favorevole a negare agli ebrei pari diritti».  

 

Elvira Grözinger, dell’Associazione tedesca degli Accademici per la pace in Medio Oriente, commenta: «Conosco molti ex bambini nazisti e sono convinta che l’ideologia nazista ha condizionato molto la generazione del dopoguerra» portando «al Sessantotto che in Germania fu anche una rivolta contro l’antisemitismo dei genitori».  

 

«Le conclusioni di tale studio - afferma Efraim Zuroff - direttore del Simon Wiesenthal Center - sono sconvolgenti e portano a dedurre che l’importanza dell’educazione all’Olocausto è ancora più importante nella Germania di oggi perché il seme dell’odio gettato dal nazismo è ancora fra noi». 

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